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San Filippo Neri
in Perugia


Non è tempo di dormire perché il Paradiso non è fatto per i poltroni.

La Cappella della Annunciazione

    Gli affreschi sono di Vincenzo Monatti per quanto riguarda le figure e di Girolamo Perugini per gli ornati.

 

   Al centro della volta c'è ancora l'arca di Noè in mezzo alle acque su cui si è appoggiata la colomba con il ramoscello di ulivo nel becco. (alcuni vi leggono la santa casa trasportata in cielo dagli angeli a Loreto – in onore al tema centrale della cappella).

 

   A sinistra la Sibilla Eritrea, in abito giallo e manto rosso, tiene la penna sollevata in alto con la mano destra, come se aspettasse un'ispirazione e con la sinistra una spada puntata a terra, alla quale è appoggiata la targa: ERITREA CERNO DEI NATUM QUI SE DE MITTET AB ALTO (VEDO IL NATO DI DIO CHE SCENDE DALL'ALTO). Talvolta ha in mano il giglio dell'annunciazione. A destra c'è la Sibilla Cumana, seduta a terra con la vestte grigio-azzurra e il manto rosso ed indica la scritta: CUMANA CASTAM PRO MATRE PUELLAM DELIGET (UNA CASTA FANCIULLA FU SCELTA PER MADRE). Solitamente tiene fra le mani una conchiglia quale attributo di verginità.

 

   Sulla parete sinistra è raffigurato Manoah con la moglie, ai quali, in aperta campagna, appare l'angelo che annuncia loro la nascita di Sansone (Gdc. 13). Vi è un'errata interpretazione del testo biblico da parte dell'artista, poiché l'angelo è raffigurato con grandi ali sospese in aria, mentre nel testo si parla di un angelo con sembianze umane, tanto che Manoah uccide un capretto per prepararghi da mangiare, ma questi rifiutò. Nato nella tribù di Dan, Sansone viene consacrato a Dio fin dalla nascita, perchè, secondo la tradizione, l'arcangelo Gabriele apparve a sua madre annunciandole la nascita di un figlio che avrebbe liberato il popolo d'Israele dai Filistei. Le fonti di questo personaggio non sono solo bibliche ma anche leggendarie. Sansone, uccisore dei Filistei, è immagine di Cristo e l'annuncio della sua nascita fatta alla moglie di Manoah è prefigurazione dell'annuncio della nascita del Messia che avrebbe sconfitto il male. Sansone, che significa “piccolo sole”, richiama Cristo “sole di giustizia”.

 

   Sulla parete destra vi è l'incontro tra Isacco, avvisato da Eliezer, fedele servo di Abramo, e Rebecca, che scende dal cammello coprendosi il volto con il velo secondo la legge giudaica (Gn 24,62-65). Eliezer incontra Rebecca al pozzo, simbolo di vita e di fecondità, mentre attinge l'acqua con una brocca. Anche Maria, nell'iconografia più antica dell'Annunciazione, è raffigurata mentre sta attingendo al pozzo e la brocca con cui prende l'acqua è simbolo della Vergine la quale si prepara a sua volta “recipiente di Cristo”. In Isacco, figlio unico di Abramo e Sara, è prefigurato il Cristo, Figlio Unigenito di Dio, a cui è data in sposa la Chiesa, ciè Maria, di cui Rebecca è la prefigurazione.

 

   Sui pilastri sono rappresentate le Beatitudini. Le Beatitudini sono sentenze introduttive al “Discorso della Montagna” pronunciato da Gesù: sono otto secondo il Vangelo di Matteo (Mt 5,1-12). Le Beatitudini sono le “condizioni” per chi è ancora sulla terra, per diventare cittadino del cielo. Nell'iconografia sono rappresentate in moltissimi modi, con persone, ambienti e simboli diversi.

 

   In basso a destra è illustrata la frase Beati i preseguitati a causa della giustizia, con l'immagine di una donna che guarda ai suoi piedi tre bambini feriti e sotto l'iscrizione SICUT SOCII PASSIONUM ESTIS SIC ERITIS ET CONSOLAZIONIS (COME SIETE COMPAGNI NELLA PASSIONE COSÍ SIATEO NELLA CONSOLAZIONE) 1Cor 1,7. In alto Beati i misericordiosi, con una donna che distribuisce pane ai fanciulli che stanno in ginocchio davanti a lei; la scritta dice IMPOSSIBILE EST HOMINEM MISERICORDEM IRAM NON PLACARE DIVINAM (É IMPOSSIBILE PER UN UOMO MISERICORDIOSO NON PLACARE L'IRA DIVINA). A sinistra in basso Beati gli operatori di pace con una donna che tiene nella mano sinistra un ramoscello d'ulivo e calpesta un trofeo d'armi; l’iscrizione dice CONFREGIT ARCUM SCUTUM GLADIUM ET BELLUM (HA ROTTO L'ARCO, LO SCUDO, LA SPADA, LA GUERRA) Sal 76,4.In alto una donna con un abito bianco e un manto azzurro simboleggia Beati i puri di cuore confermato anche dalla scritta: BEATI MUNDO CORDE QUANIAM IPSI DEUM VIDEBUNT (BEATI I PURI DI CUORE PERCHÉ VEDRANNO DIO).

 

Nel sottarco vi sono voli di putti e due teste di angioletti.

 

   Sull’altare l'Annunciazione di Francesco Trevisani del 1710. il tema dell'Annunciazione domina nell'iconografia mariana con innumerevoli rappresentazioni anche se generalmente la scena è bipartita con l'angelo a sinistra e la Vergine a destra. Diverse sono le fonti iconografiche: dal Protovangelo di Giacomo (sec. III), al Vangelo dello Pseudo-Matteo (VII-VIII sec), dalla Natività di Maria (IX sec.) alla Legenda Aurea (XIII sec.). Sotto l'influenza delle “Meditazioni sulla vita di Cristo” dello Pseudo Bonaventura in queta tela la Vergine è raffigurata in ginocchio: è in preghiera nella sua camera con il libro delle Ore aperto supra una sedia, mentre l'angelo Gabriele si presenta a lei, indicando con il dito la colomba dello Spirito Santo. L'angelo, che dopo il Concilio di trento è rappresentato in volo, ha in mano un ramo di giglio che termina con tre fiori a simboleggiare la triplice verginità di Maria (ante partum, in partu, post partum) e che è posto come centro della composizione come fulcro spaziale e simbolico. Maria, invece, tiene le mani incrociate sul petto, nella posa dell'umiliatio, cioè nel momento della risposta: “Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola” (Lc 1,38).

 

Lettura iconologica degli affreschi di Micaela Soranzo, tratte dal volume” La chiesa nuova o dell'Immacolata concezione e di San Filippo Neri in Perugia” Storia, pitture e restauro Volumnia editrice, 2008 Perugia.

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