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Oltre la pala dietro l'altare, tutte le pareti sono decorate da affreschi, con un preciso programma iconografico. L’altare principale, progettato da Tommaso Stati (1655) è stato realizzato da Francesco Caselli come tutti gli altri altari delle cappelle. Vi è all'interno la grandiosa tela raffigurante l’Immacolata Concezione di Pietro da Cortona (1662).
Ai due lati dell’altare centrale sono due tele del pittore perugino Pietro Montanini (1674) rappresentanti San Gregorio Magno e San Giovanni Battista, in ricordo dei titolari delle due chiese scomparse, sulla cui area è stata costruita la nuova chiesa di San Filippo Neri. Il tema si svolge come una spirale che, partendo dalla tela dell’altare maggiore, si alza sugli affreschi del catino absidale, con le immagini delle donne dell’antico testamento che furono prefigurazione della Vergine per poi passare attraverso le Cappelle laterali a destra dell’altare, dove si narra la vita di Maria con la Nascita, la Presentazione al Tempio, l’Annunciazione, e proseguendo a sinistra, la Visitazione, la Purificazione e l’Assunzione; da qui si sale alla cupola, dove al centro, in corrispondenza dell’immacolata sottostante, troviamo l’Incoronazione della Vergine da parte della Trinità Celeste: qui la spirale si conclude con l’immagine di Maria concepita ab aeterno in aeternum, ma poi sulla navata appare la Donna vestita di Sole, per ribadire che è proprio lei la Donna in cui si sono compiute tutte le promesse. A queste immagini vanno poi aggiunte quelle legate ai due altari del transetto: l’altare in cornu Evangeli dedicato alla Crocifissione e ai dolori di Maria, e l’altare in cornu Epistolae dedicato all’apparizione della Vergine a San Filippo Neri.
L’opera che dà significato a tutto l’apparato iconografico è la tela dell’Immacolata Concezione di Pietro Berrettini, noto come Pietro da Cortona. La tela, del 1662, è una tra le più importanti opere dell’arte italiana ad illustrare questo tema. A sinistra è la Vergine giovane, con i capelli biondi, le mani raccolte al petto, col capo reclinato che guarda verso il basso; il suo manto azzurro è scosso dal vento e i piedi posano su una nuvola con la falce di luna. Intorno vi è una luce dorata e il sole e le stelle le fanno da corona. A destra dall’alto, l’Eterno sembra irrompere da una folla di angioletti e cherubini, stendendo la sua mano destra su di Lei. In basso, sopra al globo terrestre in cui si intravede l’Italia e il mare Adriatico, un drago spaventato e vinto, guarda verso la Donna, ormai schiacciato dalla sua potenza. Il tema che il pittore ha sviluppato è quello della “Vergine predestinata”, cioè una predestinazione che fa della futura Madre di Cristo non soltanto una Nuova Eva, ma la vera Donna prevista ab aeterno e riscattata attraverso una redenzione preventiva, “Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività ,prima di ogni sua opera, all’origine”(Prov.8,22) e anche la targa posta sopra il dipinto è l'affermazione di questo concetto: IN UMBRA MANUS SUAE PROTEXIT ME (Proteggimi all'ombra della sua mano Is.49,2 ).
All’interno dell’altare maggiore, in un urna di cristallo, sono conservati i resti mortali di San Fortunato Martire, un soldato romano convertito al Cristianesimo e per questo ucciso a Roma durante le prime persecuzioni. Il corpo proviene dalle Catacombe, preso durante l'edificazione della Chiesa e traslato dove ora riposa, per dare lustro e importanza alla nuova costruzione. Indossa un’armatura, ovviamente non originale, realizzata su commissione a metà del Seicento proprio per essere inserita nella teca.
Lettura iconologica degli affreschi di Micaela Soranzo, tratte dal volume” La chiesa nuova o dell'Immacolata concezione e di San Filippo Neri in Perugia” Storia, pitture e restauro Volumnia editrice, 2008 Perugia.
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